Più il soldato si avvicinava al luogo che gli era stato indicato da Augusto, più si accorgeva della diversità del paesaggio rispetto a quello del Lazio, da dove era partito; le colline erano pendii dolci e placidi, sommersi, d'estate, da fiumi dorati di grano, e d'inverno toccati da ciuffetti d'erba verde. Il terreno non era tufaceo, come quello del suo territorio natale, ma argilloso, e quando pioveva, si formava una pappetta grigiastra, o marroncina, che si appiccicava un po' alle dita se la si faceva colare tra di esse. Quando, invece, da piccolo viveva su un colle di tufo, dopo e durante la pioggia scendeva giù da esso un serpente sabbioso di polvere, color nocciola, denso. Le colline che ora stava fiancheggiando non erano piccole, nervose, sconnesse, quasi convulse in certi punti e sfregiate da selvette scompigliate ed anoressiche, come quelle della zona dalla quale egli proveniva, ma maestose, calme e solenni nel loro salire, adagio, raggiungendo un punto p...

L’importanza di studiare le fonti si afferma all'inizio degli anni ’70 ed è come non mai essenziale oggi, nell'età della digitalizzazione. Questo blog si prefigge di avvicinare gli alunni alle procedure e agli strumenti della ricerca storica, facendo loro acquisire una certa familiarità con la fonte documentaria, ‘materia prima’ di tale ricerca. Forse riempiremo il blog di interpretazioni strampalate. Per questo ci chiamiamo La città delle frottole.