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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

Breviarium Ecclesiae Ravennatis (Codice Bavaro), secoli VII-X

Il cosiddetto Codice Bavaro, ravennate ma conservato presso la Bayerische Staatesbibliothek di Monaco di Baviera, raccoglie, sotto forma di regesto di documenti databili all’incirca al periodo 610-978, i titoli di proprietà della Chiesa ravennate nei territori pentapolitani di Rimini, Senigallia, Osimo, Jesi, Gubbio, Perugia, Fossombrone, Urbino e Montefeltro È l’Enfiteusi una forma di contratto in base alla quale il proprietario concede un proprio fondo a un altro soggetto che si impegna a pagare un canone fisso (pensio), a coltivare la terra e ad apportare migliorie (enfiteusi di bonifica o di miglioria). Il concessionario godeva di un diritto di godimento a lungo termine, di solito novantanove anni o tre generazioni. Dalle nostre parti, nell’ AME, la chiesa di Ravenna se ne servì abbondantemente, ma più che per motivi economici e per intessere legami politici (si parla, in questi casi, di enfiteusi graziosa): spesso i fundi erano affittati per cifre simboliche a gruppi parental

BARDI, SUEBI E LONGOBARDI

I BARDI  Secondo la storia il toponimo «Bardi» deriverebbe dall'appellativo che contraddistingueva la nobiltà longobarda - i cosiddetti Arimanni - un gruppo dei quali si stabilì qui attorno al 600 d.C. Il territorio fu abitato sin dal Paleolitico (ne sono prova i ritrovamenti archeologici sul Monte Lama) e in seguito dai Liguri; in età romana faceva parte del municipium di Veleia, ed era attraversato dall'asse viario che portava a Luni e a Roma. Questa strada, ripresa dai longobardi, fu utilizzata, per un tratto, anche dai monaci di Bobbio per recarsi a Roma. Scendendo dal passo di Boccolo de' Tassi attraversava Bardi, risaliva la valle del torrente Noveglia e scendeva a Borgo Val di Taro per raggiungere Pontremoli.  L'abitato è dominato dall'imponente castello costruito in posizione sopraelevata su uno sperone di diaspro rosso. La prima testimonianza scritta della presenza di un castello è data da una pergamena datata 869. Nell'agosto 898 un bardigia