"Non sunt composita verba mea: parvi id facio. Ipsa se virtus satis ostendit; illis artificio opus est ut turpia facta oratione tegant. Neque litteras grecas didici: parum placebat eas discere, quippe quae ad virturem doctoribus nihil profuerant". Sallustio, in questo suo Mario del Bellum Iughurtinum, mostra al meglio un atteggiamento, un tono o, per i malevoli ("Priscorum verborum Catonis ineruditissimus fur" lo chiamò un liberto di Pompeo, certo Leneo che Svetonio nel De Grammaticis dice offeso nel suo patrono) una posa in cui è difficile credere che egli stesso non si riconoscesse o, almeno, ammirasse con superbo rimpianto. Stile, quello del Mario sallustiano, che è poi quasi sintesi e concentrato di quello del suo autore, che è brusco eppure elevato, fiero ma mai tumido, aristocratico e mai molle. Chi parla -e scrive- così siamo tentati di vederlo col mento alzato, lo sguardo cupo che non sapremmo se dire più torvo o triste, e la bocca leggermente contratta in...

L’importanza di studiare le fonti si afferma all'inizio degli anni ’70 ed è come non mai essenziale oggi, nell'età della digitalizzazione. Questo blog si prefigge di avvicinare gli alunni alle procedure e agli strumenti della ricerca storica, facendo loro acquisire una certa familiarità con la fonte documentaria, ‘materia prima’ di tale ricerca. Forse riempiremo il blog di interpretazioni strampalate. Per questo ci chiamiamo La città delle frottole.