I primi ricettari medievale appaiono solo alla fine del Duecento. Tra questi testi e l'opera di Apicio c'è un lasso di tempo sconcertante, che si è spiegato con la considerazione che la cucina, nel Medioevo, era un'arte tecnica e, pertanto, probabilmente, non meritava dei trattati scritti, o con l'idea che fino al XIII secolo, non esistendo una classe borghese diffusa, non c'era un pubblico interessati al genere. Prima del Duecento, sebbene non ci siano ricettari organici, è possibile trovare qualche ricetta nei documenti più disparati: regimi sanitari, atti notarili, regole monastiche etc... I destinatari e, in molti casi, i redattori erano, probabilmente, professionisti della cucina, il che spiega perché i manoscritti rechino indicazioni molto sommarie e, spesso, trascurino di precisare le quantità. Esaminando i principali manoscritti italiani, si individua il nucleo più antico in un gruppo di trattati redatti in lingua latina alla fine de...

L’importanza di studiare le fonti si afferma all'inizio degli anni ’70 ed è come non mai essenziale oggi, nell'età della digitalizzazione. Questo blog si prefigge di avvicinare gli alunni alle procedure e agli strumenti della ricerca storica, facendo loro acquisire una certa familiarità con la fonte documentaria, ‘materia prima’ di tale ricerca. Forse riempiremo il blog di interpretazioni strampalate. Per questo ci chiamiamo La città delle frottole.