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Aquisgrana nelle Marche?! Cosa resta della frottola più grottesca del decennio

L'intervento che qui riproponiamo è vecchio ormai di 15 anni, ma il Centro "Studi" continua a sfornare "tesi " sempre più strampalate (non è un reato dire che Saint Denis è in realtà San Ginesio e litigare se l'Università di Parigi sia stata fondata a Camerino o a Macerata) e il cinismo dei media anche nazionali continua a farle rimbalzare in tv. La più recente la settimana scorsa in una puntata di Linea Verde; solo pochi secondi di esposizione in sfregio del concetto di servizio pubblico.  Sono tornati alla carica? Quando ho letto la notizia sul Resto del Carlino non ci volevo credere. Così casomai qualcuno incuriosito volesse fare delle ricerche internet, voglio dare un po' di visibilità a un intervento sul vecchio forum Narkive che, con un'ammirevole tenacia, confuta una delle teorie più confuse e strampalate che siano mai state formulate. L'autore è Piero Fiorili, credo originario di Milano, credo autore di un articolo ben documenta...

SALLUSTIO

"Non sunt composita verba mea: parvi id facio. Ipsa se virtus satis ostendit; illis artificio opus est ut turpia facta oratione tegant. Neque litteras grecas didici: parum placebat eas discere, quippe quae ad virturem doctoribus nihil profuerant".  Sallustio, in questo suo Mario del Bellum Iughurtinum, mostra al meglio un atteggiamento, un tono o, per i malevoli ("Priscorum verborum Catonis ineruditissimus fur" lo chiamò un liberto di Pompeo, certo Leneo che Svetonio nel De Grammaticis dice offeso nel suo patrono) una posa in cui è difficile credere che egli stesso non si riconoscesse o, almeno, ammirasse con superbo rimpianto. Stile, quello del Mario sallustiano, che è poi quasi sintesi e concentrato di quello del suo autore, che è brusco eppure elevato, fiero ma mai tumido, aristocratico e mai molle.  Chi parla -e scrive- così siamo tentati di vederlo col mento alzato, lo sguardo cupo che non sapremmo se dire più torvo o triste, e la bocca leggermente contratta in...

Fonti per la cucina medievale - Lectio 5: La "famiglia" del Liber de Coquina

Secondo l’ipotesi di Anna Martellotti (I ricettari di Federico II, Olschki,2005) il nucleo originario di questa famiglia di libri di cucina sarebbe stato redatto alla corte dell’imperatore Federico II. Dal tale archetipo raccolta si sarebbero generate diverse redazioni che hanno trovato esito nei manoscritti del XIV secolo che possediamo. Tali libri sono : Anonimo Meridionale, Il libro della cocina o Anonimo Toscano, Frammento di un libro di cucina del secolo XIV. Liber de coquina, Il Liber de coquina conservato a Parigi dunque, secondo questa ipotesi rivoluzionaria (e non accettata universalmente) sarebbe non la fonte, ma l’esito di un complesso lavoro di ampliamento, revisione e, infine, semplificazione di una raccolta molto più antica.  1 - Anonimo Meridionale L’Anonimo Meridionale è conservato in un codice della prima metà del XV di proprietà della Biblioteca di Pollenzo. Raggruppa due manoscritti: il primo manoscritto comprende 146 ricette, è in parte s...