Attraverso questo blog, vorrei ricordare Marc Bloch, storico e letterato francese, nato a Lione il 16 luglio 1886 e autore del classico Apologia della Storia - mestiere dello storico, pubblicato postumo, uno dei testi che mi ha accompagnato fedelmente.
Il 16 giugno del 1944 Marc Bloch incontrava la morte per mano di un plotone d'esecuzione nei pressi di Lione, malgrado le difficoltà di un paese in guerra fino all'ultimo giorno egli continuò a vergare febbrilmente pagine di appunti e riflessioni circa il ruolo della storia e, conseguentemente,
dello storico, nella società del tempo.
Difendere la storia, intendere la professione dello storico come un mestiere strutturato, attraverso strumenti e obiettivi precisi, baluardo delle testimonianze, sorgenti da inseguirsi come fa un rabdomante in cerca d'acqua. Non si tratta di una storia polverosa, grigia, una mera sequela di date e ricorsi, di guerre e trattati di pace, di svolte epocali e tragedie umane, niente di tutto ciò. Bloch intende la storia come una scienza in progress, una sorta di viaggio, un "andirivieni" tra presente e passato, una scienza del cambiamento, non dell'immobilità, allargando a 360°, per abbracciare tutte le altre scienze umane a livello interdisciplinare, in una visione olistica di grande lucidità e spessore.
La fame di dati, di riscontri e verifiche che consumarono le giornate di Bloch oggi potrebbero stupire, abituati come siamo, spesso, a scandagliare il web per ricercare notizie, semplicemente strutturandole e finalizzandole al dato che ci preme codificare e nulla più. Attraverso la storia Bloch allarga la conoscenza all'intero scibile umano, essendo l'essere umano il soggetto primario della storia.
Lo storico deve saper interpretare, leggere nelle pieghe del tempo, saper fornire risposte, anche dure e terribili, per raggiungere un livello di conoscenza completo.
Queste sere infuocate che si spengono ben dopo la mezzanotte e lasciano con lo sguardo bollito
e l'urlo della sveglia che risuona nella testa tramortendo un pugno di neuroni, come fa un'allarme antiaereo, vogliono essere anche un ringraziamento doveroso per quest'uomo così sensibile, appassionato, un vero combattente, che, seppur fermato da quelle pallottole che tanta storia hanno modificato e modificheranno, ha saputo costruire strumenti di straordinaria precisione per l'uomo moderno, affinchè, grazie a loro, possa accompagnarsi in modo proficuo agli eventi che ne scrivono l'evoluzione.
Marc Bloch era (ed è tuttora, immagino...) uno degli autori più citati da uno dei miei professori di storia dell'università; in particolare, costui amava mettere in guardia noi studenti da coloro che si proclamano i conoscitori della Verità, sostenendo che costoro o sono troppo stupidi o stramaledettamente furbi... Credo che il pregio del libricino di M. Bloch stia appunto nel far intendere che fare Storia non significa propagandare UNA verità, ma che questa si faccia da sè, se lo storico è così bravo da far parlare i documenti (le fonti, appunto!) e nel farsi poi da parte.
RispondiEliminaIn effetti l'aspetto più difficile è fare comprendere agli studenti come la storia non sia un polveroso affastellarsi di date, ma un cammino emozionante, tale da fare invidia ai più emozionanti romanzi moderni; certo, per fare questo, bisognerebbe lavorare a stretto contatto con le fonti!
RispondiEliminaOgni storico ha una sua visione della storia che può differire da quella di altri; ciononostante, se egli ha svolto con acribìa la sua ricerca, essa acquista certo dignità di scienza. Ringraziamo gli autori del blog per l'averci riportato alla mente fervide discussioni di ambito storico.
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