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Sarò ingenuo, ma continuo a chiedermi se il valore di un regista si calcoli solo misurando la distanza tra il film e il soggetto che l'ha ispirato o, in altri termini, in base alla quantità di frottole che riesce a raccontare. Mi sono trovato a ripetermi questa stessa domanda anche dopo la visione di Christine-Cristina, film del 2009 uscito questa settimana in DVD, che racconta le vicende occorse a Christine de Pizan, una delle poche poetesse della letteratura medievale francese. Christine di per sé, è già un perfetto soggetto cinematografico; la Christine del film assunta ad "incarnazione di un protofemminismo che lotta per i propri figli e per un'arte sincera, popolare e, per questo, rivoluzionaria (Becattini)" (sarebbe questa l'idea vincente dell'esordiente regista) è, inevitabilmente, una frottola (troppo lacunose sono le nostre fonti). Ma quanto onesta è la frottola? le risposte nella nuova sezione fonti e confronti

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