Christine fu molto attenta alla propria immagine. Ci ha lasciato oltre 400 miniature nelle quali la vediamo rappresentata sempre allo stesso modo: una veste azzurra e un cappello bianco. E' facile immaginare che, nella realtà, Christine de Pizan, da sempre abituata ai fasti della corte, fosse avvezza e potesse permettersi abiti ben più ricchi e, magari, alla moda, ma non ha senso dedurre dalle immagini dalle miniature informazioni sull'ambiente in cui la poetessa viveva. Queste rappresentazioni hanno tutto fuorché uno scopo referenziale; non sono semplicemente immagini stereotipate, serve a trasmettere un'immagine di serietà, di professionalità, quasi di ieraticità (sono i colori della Madonna). D'altra Christine de Pizan non aveva altre risorse oltre la propria professionalità e fu la sua reputazione che le consentì, in tempi tanto travagliati di godere della stima (e delle commesse) sia dei Borgognoni che degli Armaganacchi. Spesso l'abito fa il monaco. Maria G. Muzzarelli, autrice degli ultimi studi di Chiristine de Pizan, è solita dire che l'abito di Christine equivale a un "taillerino" dei nostri giorni. Su Flikr, all'indirizzo [http://www.flickr.com/photos/centralasian/sets/72157625809232240/with/5350242662/]
c'è un Set, intitolato The Book of the City of Ladies, che illustra questo vezzo della poetessa francese.
Molto interessante questa cosa: come ciascuno di noi ha oggi un problema di impression management quando usiamo blog e social network, qualcosa di simile era già presente nel medioevo...posso avere le indicazioni bibliografiche complete su quanto citato?
RispondiEliminaho, obiettivamente, scritto di getto. Il discorso su Christine de Pizan di Maria Giuseppina Muzzarelli è un mio ricordo del convegno di due anni fa alle Feste medievali di Offagna e del saggio "Un' italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan, intellettuale e donna", 2007,il Mulino. (http://www.ibs.it/code/9788815118714/muzzarelli-m--giuseppina/italiana-alla-corte.html)
RispondiEliminaQuando si parla di donne nel Rinascimento il punto di partenza obbligato è
King Margaret L., "Le donne del Rinascimento", 2001, Laterza.(http://www.lafeltrinelli.it/products/9788842038078/Le_donne_del_Rinascimento/King_Margaret_L.html)
Quando si parla di vestiti nel Rinascimento il punto di partenza super-obbligato sono i libri di Rosita Levi Pisetzky, soprattutto "Il costume e la moda nella società italiana"
Il docente può immediatamente utilizzare queste riflessioni storiografiche, mostrando agli studenti come l'attenzione all'immagine che si vuole fornire all'esterno non sia una novità degli ultimi anni, ma sia sempre esistita, sin dalle età più antiche (es. le raffigurazioni dei grandi condottieri), sia pure in forme diverse; e può anche mostrare come questa attenzione sia sempre stata funzionale ad un qualche obiettivo da "ottenere" (politico, lavorativo, strategico).
RispondiEliminaGrazie per le indicazioni (e per il video)! FB
RispondiEliminaOgnitanto faccio capolino su questo blog molto interessante e ben costruito. Avevo letto il post precedente su questa artista e mi aveva incuriosito molto, grazie per condividere con noi tutte queste conoscenze.
RispondiEliminaSu Cristine de Pizan mi viene da dire che forse sarebbe stata in prima fila in qualche manifestazione attuale...!!
in effetti Christine de Pizan è stata spesso presa come un simbolo proto-femminista, tuttavia, nonostante la sua vicenda eccezionale fu sempre un po' reazionaria: nella sua visione del mondo le donne dovevano 'stare zitte il più possibile', i contadini dovevano 'restare al loro posto', i liberi comuni italiani 'erano un abominio' etc...
RispondiEliminaSecondo me non era un'illuminata, né una poetessa straordinaria, fu una donna del suo tempo e, come tale, poco incline alle stravaganze. Anche le sue opere sono pienamente medievali, cioè cariche di allegorie e di un'erudizione poco funzionale, in tre parole di una noia mortale a leggerle oggi, non te ne consiglio la lettura.
e grazie per i complimenti