Quando leggiamo direttamente le fonti storiche è un'altra storia. La lettura dei nostri manuali, diciamocelo, tutto fa tranne che stimolare il senso critico degli studenti. Troppo spesso ci troviamo di fronte a una scala di valori che non possiamo elaborare criticamente. Scambiamo verità per opinioni e e assimiliamo nozioni nella loro convenzionale (e in qualche modo ipocrita) superficialità.
Fare Storia direttamente sulle fonti non è pratico e non semplice, ma noi siamo più fortunati rispetto ai colleghi anche di solo dieci anni fa. Non abbiamo bisogno di frequentare archivi e biblioteche, perché abbiamo a disposizione strumenti in grado di portare gli archivi in classe: il digitale ci dà formidabili possibilità. In questo caso però è stato fatto qualcosa di più.
Il patrimonio librario della nostra Biblioteca d'Istituto è molto ricco, ma spesso è di difficile accesso. Il web 2.0 ci dà l'opportunità doppia di studiare i documenti anche quando le porte della Biblioteca sono chiuse e di comunicare i risultati delle nostre ricerche in modo più ampio veloce ed efficace.
Da qualche anno abbiam,o iniziato a digitalizzare la collezione dei documenti di proprietà della Biblioteca del Liceo pubblicati nella gloriosa raccolta "Le fonti della storia" (La Nuova Italia, 1976); un patrimonio di copie anastatiche di manifesti, volantini, giornali, leggi, lettere, telegrammi, appunti, dispacci, foto lasciati parte sotto cellophane per trent'anni..
Quest'anno noi alunne della 5F hanno abbiamo digitalizzato in alta definizione 89 documenti dei fascicoli "L'età giolittiana", "Dal Biennio Rosso alla Marcia su Roma", "Fascismo al potere", "L'età di De Gasperi". Abbiamo inserito le immagini in una galleria pubblica sul blog di classe, poi le abbiamo analizzate secondo le procedure e mediante gli strumenti della ricerca storica.
Infine abbiamo taggato" le copie digitali dei documenti inserendo note esplicative e di contestualizzazione.
Il prodotto finale è un galleria di documenti multimediali e interattivi, che abbiamo presentato durante la Settimana del PNSD e che ora è visionabile sul blog "La città delle frottole". Insomma, per una volta non abbiamo sfruttato la rete per accedere rapidamente a contenuti altrui, ma abbiamo usato le nuove tecnologie per produrre cultura e far conoscere a tutti i risultati del nostro lavoro.
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