Le competenze sono sondabili solo in un processo. pertanto non può essere misurata in un compito tradizionale più o meno strutturato.
Prove che verificano conoscenze e abilità sono una parte del cammino, ma per la valutazione finale di una competenza serve il compito autentico.
“Il compito autentico ha caratteristiche di questo genere: presenta una situazione problematica, una situazione nuova nella quale lo studente, utilizzando conoscenze e abilità, tutte le capacità acquisite e la creatività per risolvere un problema vero.
E' un compito che non si può copiare, che prevede che gli studenti abbiano molto tempo per risolverlo, che costruiscano il loro sapere in modo attivo andando anche a scegliersi le risorse. Magari in contesti reali e complessi.
importante è anche il peso dell'autovalutazione, perché la consapevolezza del processo cognitivo è importante quanto le soluzioni che si riescono a trovare.
il fine della verifica delle competenze è il portfolio dello studente
Valutazione del processo
Griglie di osservazione
Rubriche per prodotto
Strumenti di accompagnamento per l'autovalutazione. (difficoltà/successi/cosa ho fatto per...)
Il feedback semmai si può articolare in livelli: 4 da esperto a principiate.
non si devono mai usare termini negativi.
si misura ciò che l'alunno sa fare, non quello che non sa fare. E' una questione psico/Filosofica
funziona molto di più se il prof è un coach, non un inquisitore
In pratica come si può fare?
Si possono costruire delle griglie molto descrittive, che contengono una descrizione precisa di quello che vuol dire sufficienza. Sono griglie che assomigliano a delle rubric
Il ragazzo deve avere in anticipo la rubric/griglia
Poi si può costruire una prova complessa con valutazione complicata che considera ogni aspetto del processo. Per esempio:
- lavoro di gruppo
- esposizione
- autovalutazione
- progettazione del prodotto
- domanda di eccellenza
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